giovedì 14 novembre 2013

Giordano: situazione di emergenza, è in pericolo la salute dei cittadini

Lo scienziato: a Caivano ritrovate sostanze devastanti. Lo Stato deve muoversi subito


Manganese presente fino al 2000% in più del consentito, cloroformio fino al 700% in più del lecito. Quale di queste sostanze, come scienziato e medico, le fanno più paura?

“Mi fanno paura tutte. La presenza di simili sostanze in questa concentrazione non si è mai vista in zone densamente abitate dell’Europa”.
Che cosa bisogna fare per salvarci?

“La situazione sanitaria è a un livello di emergenza eccezionale. Con la contaminazione della falda acquifera ci ritroviamo ad avere a che fare con sostanze devastanti per la salute dei cittadini. È in pericolo la salute dei cittadini. Sento dire che non bisogna creare allarmismo. Ma di che cosa dobbiamo avere più paura: dell’allarmismo o che sia in pericolo la salute dei cittadini?”.
Professore, è già accaduto a Giugliano. È stata scoperta acqua dei pozzi cancerogena ma i prodotti analizzati dall’istituto superiore di Sanità, come pomodori e frutta, sono risultati integri. Non è escluso, quindi, che anche finocchi e broccoli di Caivano irrigati con acqua avvelenata possano risultare tra qualche giorno puliti.

“Mi faccia fare un paragone. Se noi prendiamo un pezzo di un organo colpito da cancro, non è detto che quel pezzo prelevato sia stato colpito dalla malattia. Occorrono, insomma, varie campionature per poter parlare di prodotti integri. E occorre fare esami nel tempo. Bisogna dare alle analisi una certa continuità prima di poter dire che frutta e verdura sono assolutamente indenni. Capisco che è difficile accertarlo. E poi mi faccia dire una cosa: ma in tutti questi anni i tecnici sono stati all’altezza? I tecnici che insieme ai politici si sono occupati della Terra dei fuochi le risulta che ci abbiano detto come stavano le cose? E allora chiediamo e pretendiamo che le analisi siano fatte da tecnici indiscussi e all’altezza. Non mi riferisco all’istituto di Sanità, parlo in generale rispetto a problemi così gravi”.
Dopo che sono scoperte sostanze come quelle ritrovate nell’acqua di pozzo di Caivano, che cosa dovrebbero fare subito le istituzioni per la Terra dei fuochi?

“Innanzitutto essere presenti e smetterla con questo patetico ping pong istituzionale. Bisogna agire subito. La comunità scientifica internazionale vede la zona della Terra dei fuochi come un problema di grave impatto ambientale. Vogliamo intervenire? Io vedo uno Stato alle corde, uno Stato che sembra non avere strategie. Sento dire che il ministro per l’Ambiente, Orlando,vorrebbe 900 milioni. Ma per che cosa, per fare che cosa? Qui non serve più l’intervento di un singolo ministro, qui serve un’azione combinata: ministero dell’Interno, ministero della Salute. È un problema che riguarda la collettività, che va affrontato nella sua completezza. Ma ci rendiamo conto che queste sostanze tossiche stanno diventando parte integrante di un certo habitat della Campania?”.
Che cosa si deve fare, dia un suo contributo.

“Lo ripeterò fino alla noia: interdire alla coltivazione quelle zone dove sono stati scoperti inquinanti così pericolosi. Va sospesa la coltivazione in quelle zone. Ma come possono dormire sonni tranquilli i nostri rappresentanti istituzionali se anche un solo prodotto contaminato può arrivare sulle tavole dei cittadini? Come, mi domando io? Bisognerebbe interdire non solo quelle coltivazioni ma anche certi politici e certi tecnici”.
Professore, però dobbiamo dare anche un segnale positivo alle persone che leggeranno queste sue dichiarazioni. Un cittadino che abita nella zona della Terra dei fuochi non può impazzire tra mille paure e angosce su che cosa mettere in tavola…

“Sia chiaro: io non ho mai detto che tutta la Terra dei fuochi è avvelenata e che tutti i prodotti della Terra dei fuochi non si possono consumare. Non lo penso affatto. Ma è chiaro che se non isoliamo quegli appezzamenti che sono risultati contaminati, non ne usciamo. Dobbiamo bloccare le zone sospette, soltanto così salveremo quello che di buono c’è nella Terra dei fuochi. E non è certo poco quello che c’è di buono”.

Che cosa possono fare i cittadini, le famiglie di fronte a questa emergenza?

“Le famiglie devono mostrare fermezza. Ma non c’è bisogno che lo dica io. Chi abita nella zona della Terra dei fuochi deve essere esaltato ed elogiato per come si sta comportando. Per la straordinaria mobilitazione che si è creata. Anche i non addetti ai lavori ora sanno quali sono i rischi e che cosa può provocare un inquinamento prolungato nel tempo. Ma lei ha notato come si sono accesi i riflettori su una realtà tanto avvelenata? Grazie a medici che non fanno parte del coro ufficiale, a scienziati che non fanno parte del coro ufficiale, a giornalisti che non fanno parte del coro ufficiale, a investigatori seri, scrupolosi e preparati. Se aspettavamo lo Stato, stavamo ancora a venti anni fa. Ecco perché io ho molta fiducia nei cittadini della Terra dei fuochi, loro monitoreranno lo Stato. Non si faranno abbindolare dalle false promesse”.


 Broccoli, insalata e finocchi irrigati con acqua cancerogena: chiuse 13 aziende agricole a Caivano

Nuova operazione della Forestale: trovato arsenico, manganese, e tricolorometano (fino a 700 volte in più del consentito)


Tredici pozzi inquinati. Tredici aziende agricole servite da pozzi inquinati. Tredici aziende che coltivavano i loro prodotti irrigandoli con acqua contenente metalli pesanti in proporzione di gran lunga superiore al limite consentito dalla legge. A Caivano, sempre lì. È il risultato dell’ultimo sequestro effettuato, questa mattina, dal Corpo Forestale dello Stato di Napoli, guidato da Sergio Costa.Stavolta, sotto il mirino degli investigatori, sono finiti 43 ettari di terreno coltivati a broccoli, insalata, finocchi, verze, cavoli, cicoria e zucchine, quasi tutti prodotti pronti per essere raccolti e per finire sulle nostre tavole. Dove? A Caivano, in località Sanganiello, Savarese, Ponte delle Tavole e Sant’Arcangelo. 13 aziende, oggi, chiudono i battenti per il principio di precauzione, invocato dalla Procura di Napoli, sezione V, ambiente, e in particolare da Nunzio Fragliasso, che ha firmato il decreto di sequestro di urgenza. La considerazione che ha spinto la Procura ad intervenire con un sequestro è stata che se sono inquinate le acque non si ha alcuna certezza che il prodotto non lo sia, occorre fare le analisi, per cui, nelle more, si sequestrano i terreni e i pozzi, per precauzione, appunto, per salvaguardare la salute dei consumatori, poi si capirà se anche i prodotti sono inquinati o soltanto le acque.


Nei pozzi sono stati trovati floruri (dal 50 al 100% in misura superiore a quanto previsto dalla legge), manganese (dal 50 al 2000% in più del lecito), arsenico (dal 30 al 100% in più), solfati (dal 5 al 10% in più). Ma il dato più allarmante è che, per la prima volta, in 2 dei 13 pozzi, è stato trovato cloroformio, che in gergo si chiama triclorometano, sostanza altamente cancerogena, dal 70 al 700% in più del previsto dalla legge.


Siamo solo all’inizio del procedimento, adesso sarà la magistratura a proseguire con le analisi dei prodotti sequestrati, analisi che potrà fare l’Arpac per ciò che riguarda il suolo e il topsoil, ma anche l’istituto repressione frodi che fa capo al ministero delle Politiche agricole, che ha, tra l’altro, sede a Napoli.


“Ho le lacrime agli occhi, hanno reso la nostra spesa di ogni giorno un inferno”

Cari amici, desidero raccontarvi come una cosa semplice come fare la spesa, possa causare tanto turbamento. Ieri, a Cardito, sono andata dal fruttivendolo. Col cuore in gola ho cercato di capire da dove venissero i suoi prodotti, se erano “sani” o “contaminati”. Forse nei terreni del brav’uomo davvero non ci sono rifiuti tossici industriali interrati. Ma le acque di irrigazione, come sono? Per ora questa domanda è irrisolta. A quanto pare, nessun ente preposto ha verificato le condizioni idriche e sanitarie di quel terreno.


Stamattina, come al solito, ho controllato le ultime notizie. Mi si è raggelato il sangue. Mi sono seduta. Un capogiro. Viviamo nell’inferno. Atterrita e sconvolta ho le lacrime agli occhi e la rabbia nel cuore. Un desiderio di giustizia che si fa grido e preghiera.

L’ennesima triste scoperta, avvenuta stamattina dalla Forestale, capitanata dal generale Sergio Costa, rivela che ben 13 aziende agricole di Caivano, utilizzano acqua di irrigazione contenente veleni tra i più mortali al mondo: floruri, manganese, arsenico, solfati e triclorometano, il cosiddetto cloroformio. Le concentrazioni, poi, sono terrificanti: in alcuni casi, si arriva al duemila per cento in più del limite massimo consentito per legge!

A tavola cosa portiamo ai nostri cari? Con cosa svezziamo i bambini? Con veleni mortali e capaci di sviluppare patologie che vanno dalle varie forme di cancro, comprese le leucemie infantili, all’autismo grave e ad ogni sorta di malattia degenerativa.

Broccoli, insalata, finocchi, verze, cavoli, cicoria, zucchine e altro ancora. Ma come possiamo difenderci? Ormai chi vuole zittirci ha le spalle al muro: siamo un “fiume in piena”. La morte la vediamo con gli occhi ogni giorno. La respiriamo sulla nostra pelle. La portiamo a tavola. Ora il nostro grido è un impetuoso coro di oltre tre milioni di persone. Difenderemo i nostri cari e la nostra terra: le lobby criminali hanno le ore contate. Nonostante tutto, credo che sia ancora possibile una giustizia in questa nostra povera Italia!
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