martedì 4 agosto 2015

Il procuratore di Caltagirone: "Il Cara di Mineo è un caso di Stato"

 

CATANIA. «Quella sul Cara di Mineo, che secondo me è un caso di Stato, a questo punto non è un'indagine unitaria, ma si compone di molteplici filoni che vanno dal caso parentopoli alle assunzioni, alle irregolarità dell'appalto, alle eventuali turbative d'asta. La documentazione e copiosissima ed è in corso di acquisizione altra documentazione che è al vaglio degli investigatori. Stiamo valutando tante situazioni. Quello che c'è nel calderone principale ovviamente non lo posso dire». Lo ha detto il procuratore della Repubblica di Caltagirone Giuseppe Verzera incontrano i giornalisti, a Catania, dopo essere stato sentito da una delegazione congiunta delle Commissioni Bilancio (Budg) e Liberta Civili (Libe) del Parlamento europeo.
«Oggi con i parlamentari Ue - ha proseguito - si è discusso del fatto che molti di questi migranti, specialmente quelli di nazionalità siriana, eritrea, somala, stanno un giorno soltanto, non si fanno fotosegnalare e poi se ne vanno, ma vengono pagati lo stesso come se fossero presenti cinque giorni».
«Si è discusso - ha continuato - di un appalto dichiarato illegittimo dall'Anticorruzione perchè sostanzialmente è un appalto da 100 milioni di euro per il quale non possono presentare offerte tutte le imprese e quindi di fatto è stato assegnato all'unica impresa che poteva prenderselo». «Il paradosso - ha sottolineato Verzera - è che la 'Pizzarottì, che fa parte dell'Ati, è anche la proprietaria degli alloggi del Cara e quindi la stazione appaltante di cui fa parte la Pizzarottì paga l'affitto a se stessa».
«Ho visto che la delegazione di parlamentari è rimasta molto sorpresa - ha concluso il magistrato - e il presidente ha riscontrato cose molto gravi mi ha dato tutta la sua solidarietà e il suo sostegno e mi ha detto di andare avanti su questa strada che è quella giusta».



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