domenica 26 luglio 2015

CHI FINANZIA LA FONDAZIONE DEL PD?


LEspresso dedica un super articolone alla fondazione del Primo Ministro Matteo Renzi “Open“, sapete di cosa stiamo parlando? “Le fondazioni sono le casseforti dei politici , il dato è ormai assodato. Sono i loro strumenti del consenso, e si sostituiscono spesso ai partiti, perché offrono maggiori spazi di autonomia. In un recente report, Openpolis in Italia ha contato 65 “pensatoi”, quasi tutti nati negli ultimi quindici anni (…)” e ancora “Il punto è il bilancio 2014 della Fondazione Open gestita dal cerchio magico del premier,Maria Elena Boschi, Luca Lotti, Marco Carrai, tutti con incarichi sociali a titolo gratuito. La data è quella del 20 giugno 2015. Il dato interessante è l’ottimo risultato in fatto di raccolta fondi, con donazioni pari a un milione e 184mila euro. Sono 300mila euro in più rispetto all’anno precedente, quando però il bilancio registrava anche 100mila euro raccolti durante le manifestazioni: era però l’anno della campagna elettorale, delle molte cene e iniziative (…)”. 

A riaprire la polemica è stato in realtà il FattoQuotidiano che in questo dettagliato articolo ci spiega il meccanismo delle fondazioni che finanziano e sostengono politici e partiti… Volete degli esempi? C’è Italianieuropei di Massimo D’Alema, ma anche l’Aspen Institute della strana coppia Giulio Tremonti-Giuliano Amato e la Open che sostiene le attività politiche del presidente del Consiglio Matteo Renzi. Ci sono pure la Nuova Italia di Gianni Alemanno e l’Alcide De Gasperi di Angelino Alfano. Non potevano mancare nemmeno UniVerde di Alfonso Pecoraro Scanio, la Free Foundation di Renato Brunetta, il Centro per un futuro sostenibile di Francesco Rutelli e la Fondazione Basso di Stefano Rodotà. Da destra a sinistra, passando per il centro e la società civile, c’è perfino un caso di dualismo coniugale: quello tra Franco Bassanini, riferimento di Astrid, e la moglie Linda Lanzillotta, punta di diamante di Glocus (Fonte)
MA I CONTI NON TORNANO!
Tornando a OpenPolis: dei nomi dei finanziatori però ne conosciamo meno del 50%. Tra quelli pubblicati sul sito ci sonoparlamentari, varie case di cura e ospedali privati, fondi di capitali (come l’argentino Corporación América che, con 25mila euro di donazione, vanta interessi anche nel settore aeroportuale) e società. Alcune di queste, come la Bassilichi s.p.a. – che ha donato 20mila euro – lavorano per la pubblica amministrazione in Toscana, ma non solo. Molte, comunque, operano nel campo dell’aeronautica e della gestione di aeroporti e non stupisce, essendo Marco Carrai presidente della quotata Aeroporto di Firenze.


Il finanziamento più grande, sempre stando a quanto scritto sul sito della Fondazione Open, arriva però dalla British American Tobacco: 100mila euro è il contributo lasciato dalla seconda più grande società produttrice di sigarette al mondo che, essendosi aggiudicata la privatizzazioni dell’Ente Tabacchi Italiani nel 2004, vanta marchi nazionali come Ms oltre ai planetari Lucky Strike e Pall Mall. 50mila euro è invece il contributo di Davide Serra, che si aggiungono ai 175mila versati precedentemente insieme alla moglie Anna Barassi. Per i nomi che non sono pubblici, dalla Fondazione ricordano che vale il principio della riservatezza. Un po’ come per le cene a mille euro del Pd di cui sappiamo il ricavato totale (oltre un milione di euro) ma non abbiamo mai visto la lista degli invitati.

Anche noi, nel nostro piccolo, abbiamo tentato più di una volta di far emergere questo fenomeno. Vi consigliamo (per chiudere in bellezza) di dare un’occhiata a questo dettagliato video:
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