giovedì 1 gennaio 2015

NAPOLITANO, UN PRESIDENTE?


No, non ho voluto ascoltare il Suo discorso di fine anno. Secondo me, Lei non è stato mai un buon “Padre della Patria” e della grande "famiglia Italia".
Un buon Padre è quello che dovrebbe dare l’esempio, tenere insieme “la famiglia” ma Lei, credo e mi perdoni se sono schietto, non l’ha dato.

Lei che è anche il Capo supremo delle Forze Armate, a quanto apprendo dalle notizie di stampa, non ha minimamente ricordato quegli uomini che, per voler di Stato, sono impegnati ai servizi di UE e NATO su vari scenari in tutto il mondo; non ha ricordato le FF.AA. in generale; non ha ricordato Salvatore e Massimiliano da quasi tre anni in India e che nulla ha Lei fatto per opporsi al loro ritorno in un paese dove vige la pena capitale. Non ha ricordato i 793 uomini adibiti alla Sua sicurezza e a quella del Quirinale checosta agli italiani ben 40milioni all’anno

È stata solo una dimenticanza o non li ha ricordati perché, forse, sa qualcosa per cui è meglio non ricordare?

Un Presidente che però non ha dimenticato di commuoversi per l’astronauta italiana nello spazio durante gli auguri natalizi alle alte cariche dello Stato in cui ha detto: "Non la chiamerò capitano Cristoforetti, perché lei ormai è Samantha per tutti gli italiani. Buon Natale e buon anno". 

Presidente, mi permetta, ci sono tanti altri “capitani” e “uomini” meritevoli di un Suo augurio! 

Un Presidente alla guida del Paese per ben due mandati (la prima volta che succede), un Presidente che per ben tre volte ha scelto chi dovesse essere il “capo” del governo senza interpellare quello che dovrebbe essere il Popolo Sovrano come scritto nella Costituzione (ah, oggi la nostra “Carta compie 67 anni) su cui, solo come Presidente, ha giurato per ben due volte.
Già, lei ci racconta che: “non c’erano alternative a Renzi” (la stessa frase è stata pronunciata anche per i governi Monti e Letta).

Se sarebbero ancora in vita quei “Padri Costituenti” chissà come verrebbe classificato il Suo agire.
Ci sarebbero molte altre cose da dire ma voglio terminare qui per non dover scrivere un libro intero.

Per una cosa però La voglio ringraziare: la Sua decisione di dimettersi. Le sono grato!
Maurizio Tentor
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