sabato 26 luglio 2014

LA TAGLIOLA...ALLA SOVRANITA' COSTITUZIONALE E L'EPILOGO INEVITABILE (della democrazia "necessitata" del 1948)


Ricevuto questo interessante commento di Lorenzo Carnimeo, ritengo che meriti una risposta articolata, punto per punto, che troverete lungo lo sviluppo del suo intervento:

1. "Comunque. Sono molto pessimista.
La stessa "opposizione" che si vede sulla riforma del Senato, pur turbolenta, non centra concettualmente il problema, limitandosi ad aspetti di contorno (come le preferenze, la riduzione del numero dei deputati e l'eleggibilità diretta), senza comprendere l'involuzione della stessa forma di governo, e l'ormai avvenuto cambiamento, in chiave ultra-liberista, della costituzione materiale, espresso dall'inserimento in costituzione del pareggio di Bilancio
."

Caro Lorenzo, 
su questo punto ti rinvio alla "lettera aperta" di Aldo Giannuli, (pubblicata anche sul sito di Beppe Grillo), relativa alla riforma costituzionale "monocameralista" unita a legge elettorale fortemente maggioritaria, che conclude in questi termini:
"In definitiva avremmo un Parlamento composto da una Camera di nominati, eletta con criterio maggioritario e con pesanti clausole di sbarramento, ed un Senato di eletti di secondo grado con doppia selezione maggioritaria, dal quale dipenderebbero quasi totalmente tutti gli organi di controllo e garanzia ed il processo di revisione costituzionale: converrà che si tratterebbe di una situazione piuttosto anomala nel quadro delle democrazie liberali. Qualora Ella ritenesse non infondate queste preoccupazioni, sarebbe positivo che si aprisse un confronto, quantomeno sulle possibili misure per mettere in sicurezza la Costituzione." 

Come vedi una certa consapevolezza dell'alterazione del "metodo" di formazione dell'indirizzo politico, nei suoi risvolti sul processo di revisione costituzionale e sulla determinazione della composizione degli organi di garanzia, la si ritrova. 
Ma ovviamente, una volta constatato questo effetto complessivo, si deve comprendere che non residuerebbe più, a riforma effettuata, alcuno spazio dimessa in sicurezza della Costituzione stessa
Per due motivi:
a) perchè, come evidenzi, questa concentrazione maggioritario-governativa del potere politico-normativo, estesa alla determinazione "conforme" dei componenti di ogni possibile organo di garanzia teoricamente previsto come "neutrale" (Corte costituzionale e lo stesso presidente della Repubblica, oltre che gli organi di autogoverno delle magistrature), sarebbe già pre-vincolata alla osservanza del pareggio di bilancio e, quindi, non avrebbe altro spazio che perseguire ogni teorica espressione di politica fiscale ed economica nei termini, in definitiva, imposti dal recepimento del fiscal compact. 
E questo senza più alcuna forma di bilanciamento potenziale (diciamo, finora, teorico) in un sindacato di conformità ai principi fondamentali della Costituzione, che rimarrebbe affidato a organi di garanzia divenuti pura espressione del governo, a sua volta dominus del Parlamento.
Questo effetto, che sfugge nella sua immediatezza a Giannuli, era stato chiaramente evidenziato in questo post;
b) perchè questo assetto complessivo, in via indiretta ma attuale e molto concreta,fa venir meno la stessa rigidità della Costituzione, basata sulla procedura rafforzata di cui all'art.138 Cost, che rendeva indisponibile alla maggioranza la Costituzione stessa e che saldava questa indisponibilità con il metodo dipreposizione "neutrale-bipartisan" dei membri della Corte costituzionale.
Dal momento che la Costituzione perde la sua rigidità sostanziale, nessun diritto fondamentale è al riparo dalla modifiche (abrogative, al di là di formule cosmetiche) imposte dalla supremazia de facto oggi reclamata dal "vincolo esterno", ormai costituito da qualunque fonte europea
E ciò, da decenni, con la totale acquiescenza dell'intero corpo politico-istituzionale nonchè di ogni forma della classe dirigente di questo Paese.
Ogni tipo di misura e di "recepimento" del diritto €uropeo diverrà prevalente e potenzialmente immune da ogni censura di illegittimità alla luce di superiori principi costituzionali, per sempre derubricati a fonti subordinate a quelle europee dal venir meno della rigidità sostanziale.

2. "Si ritorna al problema delle risorse culturali per uscire dalla crisi, che no, non ci sono. Per quanto riguarda l'€uropa, e i pugni sul tavolo da sbattere nel (sopravvalutato) semestre europeo, mi limito poi a far notare un dato politico: la nomina di uno come Yuri Katainen a commissario per gli affari economici è un segno chiaro che l'Europa ci sbatte la porta in faccia. Infatti il nostro ha già fatto dichiarazioni al riguardo: http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/07/19/ue-katainen-contro-renzi-flessibilita-sui-conti-pericolosa-fate-le-riforme/1066079/."

Su questo punto, occorre essere molto chiari: lo abbiamo detto qui e ribadito qui.
Le risorse cuturali che non ci sono, hanno ormai prodotto l'effetto che l'attacco finale è stato sferrato e sta andando al suo compimento: cioè all'epilogo della "democrazia necessitata" del 1948
L'€uro-ordoliberismo dilagherà e non potrà avere nessuna resistenza legale, formale o sostanziale. Su quest'ultima, d'altra parte, ci sta già pensando un sistema mediaticoche ha ormai irreversibilmente preso il controllo della stragrande maggioranza dell'opinione pubbica, ormai trasformata nella passiva "opinione di massa" (di cui parlammo qui).

3."Ma non c'è problema, perché la dissonanza si vede all'interno dello stesso Governo. Laddove Renzi parla di rilancio della domanda interna, il suo ministro dell'Economia prosegue senza indugi nelle stesse politiche di Saccomanni e Monti: stretta fiscale, riduzione della spesa pubblica, privatizzazioni. Identica anche la propaganda: mettiamo nel DEF delle previsioni di crescita di pura fantasia ed il gioco è fatto. Poco importa che quelle stesse previsioni vengono corrette al ribasso già a distanza di due mesi: i media, i "liberi informatori" della nostra democrazia, hanno insegnato alla gente a non leggere e ad avere la memoria corta."

Caro Lorenzo, il nostro "premier" quando parla di rilancio della domanda, dato il complesso rivelatore delle sue reiterate affermazioni, intende gli 80 euro e il pagamento dei crediti verso la p.a.. Misure che, come abbiamo detto più volte, non portano affatto all'effetto dichiarato, con grande superficialità: per il semplice fatto che esso è perseguito all'interno del finanziamento in pareggio di bilancio, cioè con costante copertura in misura che non solo non amplifichi il deficit pubblico, ma che, anzi, lo riduca nel tempo secondo gli obiettivi intermedi dettati implacabilmente dall'€uropa, subordinati all'interesse del mantenimento della moneta unica. L'unico e vero bene supremo dell'UE.
Anche di questo abbiamo parlato infinite volte.

4. "Si, sono pessimista e -in un certo senso- scoraggiato. Non vedo veramente delle vie d'uscita. Vedo solo quel che rimane delle istituzioni democratiche svenduto sull'altare della propaganda liberista. E un'opposizione incapace di esercitare il suo ruolo.

Che dire? Fossi in loro, a questo punto (e frattalicamente parlando), abbandonerei l'aula. Dato che tra violazioni della Costituzione e tagliole varie questa maggioranza si comporta in maniera fascista, allora voti i suoi provvedimenti come facevano i fascisti: Senza l'opposizione! Lo so: l'Aventino non servì a nulla. Ma almeno, forse, li si costringe a gettare la maschera, non so
........"

Frattalicamente non saprei dire neppure io. La situazione è andata oltre ogni più pessimistica previsione.
Ciascuno di essi, a ben vedere, consentiva ampi spazi di risposta legittima efondata sulla stessa Costituzione, cioè sulla sovranità che essa concede(va) a chi fosse designato a giurare sulla Costituzione stessa come presidente del Consiglio dei ministri.
Ne dico solo alcuni:

a) la "autonomia" della banca centrale non ha valore costituzionale, e semmai la Corte costituzionale aveva precisato che limiti alla determinazione stipendiale da parte del governo valevano per la magistratura, per ovvii ed evidenti motivi che, in questi giorni, e ancor più nei prossimi, verranno drammaticamente al pettine;

b) la governance comune, €uropea, sulle "riforme strutturali", considerando la loro natura essenziale di incidenza sul mercato del lavoro-merce, equivale ad abrogazione tacita, per incompatibilità formale e sostanziale, dello stesso art.1 Cost.; qualcosa di assolutamente inammissibile, eppure mai evidenziato neppure lontanamente da politica e media; 

c) le politiche di QE della BCE, quand'anche direttamente in acquisti sui titoli sovrani, lo abbiamo visto in recenti post, nulla possono - e Draghi stesso lo dice,come evidenziato quisul livello di occupazione (e neppure sul livello del cambio esterno dell'euro, manovra peraltro praticamente inutile, per evidenti quanto ignorati motivi)
Ma agitare questa prospettiva come forma di pressione ha esclusivamente il valore diratificare non solo la definitiva espropriazione di ogni forma di sovranità democratica sancita dalla nostra Costituzione, ma anche la subordinazione italiana a...Bundesbank, che, - anche a fronte di misure che non farebbero altro che (semplicemente) ritardare l'inevitabile collasso italiano e dell'intera area UEM-, preferisce inasprire la sua posizione di dominio, per massimizzare il proprio vantaggio competitivo anche in condizioni che non paiono avere nè un grande futuro nè, tantomeno, un grande presente.

Che dire?
Ma siamo a pallide speranze su prospettive che, comunque, saranno fuori tempo massimo e, che, ancor più tragicamente, lascerebbero intatta la mancanza delle famose "risorse culturali".
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