lunedì 14 ottobre 2013

LE CONTINUE VESSAZIONI AL POPOLO ITALIANO

Legge Stabilità, Tagli a sanità per 4 mld stop contratti degli statali


La sforbiciata ci sarà in 3 anni: 2, 650 miliardi su finanziamento, 660 su farmaci, 840 su ospedali




''Ho insistito perchè ora che i conti sono in ordine e il debito e il deficit sono scesi, L'Italia è un paese credibile per chiedere politiche per la crescita. La crescita non è alternativa a non fare debito''. Così il premier Enrico Letta dopo l'incontro con il Primo Ministro della Repubblica di Finlandia Jyrki Katainen.
''La legge di stabilità la vedrete domani sera, pomeriggio, - ha aggiunto il Presidente del Consiglio - sarà pluriennale perché vogliamo intervenire sul lungo periodo, per tre, anni per dare certezze a imprenditori e lavoratori''.
Nella legge di stabilità c'è spazio per gli investimenti "sia quelli di natura infrastrutturale come ferrovie e Anas sia un allentamento del patto di stabilità per i comuni" che daranno "più risorse agli investimenti": lo ha detto il ministro dell'economia Fabrizio Saccomanni entrando all'eurogruppo.

"Siamo in contatto con loro e alla fine troveremo una soluzione equa per tutti quanti": così Saccomanni risponde a chi gli chiede una replica ai presidenti di Regioni preoccupati per i tagli alla Sanità.
LE MISURE NELLA BOZZA - Valgono un totale di 4,150 miliardi i tagli previsti dalla bozza della Legge di Stabilità sulla sanità pubblica. In particolare: 2,650 miliardi sul finanziamento alla spesa sanitaria, 660 miliardi come tetto ai farmaci; 840 miliardi sulla spesa ospedaliera. Il risparmio annuale è di 1 mld nel 2014, 1,540 mld nel 2015, 1,610 nel 2016.
Il blocco dei contratti nel pubblico impiego relativo al triennio 2010-2012 viene esteso fino al 31 dicembre 2014.
''Per le amministrazioni statali, compresa la Presidenza del Consiglio dei ministri, la spesa per le prestazioni di lavoro straordinario va ridotta, rispetto alle risorse finanziarie allo scopo assegnate per l'anno finanziario 2013, del 10% a decorrere dall'anno 2014''
L'aliquota di base della Tasi (cioè della tassa sui servizi indivisibili della casa) è fissata all'1 per mille. La Tasi è una delle due componenti della nuova Trise, l'altra è la Tari e rappresenta l'imposta sui rifiuti.
''E' istituito in tutti i comuni un tributo sui servizi comunali,denominato TRISE che si articola in due componenti: la prima, a copertura dei costi per la gestione dei rifiuti urbani(TARI); la seconda, a fronte della copertura dei costi relativi ai servizi indivisibili dei comuni (TASI)''.
Contributo di solidarietà per le pensioni oltre i 100.000 euro "con la finalità di concorrere al mantenimento dell'equilibrio del sistema pensionistico". Il contributo sarebbe del 5% per la parte eccedente i 100 mila euro fino 150 mila, del 10% oltre i 150 mila e del 15% oltre i 200 mila.
ALTOLA' DELLA LORENZIN AI TAGLI SULLA SANITA' - "Ho detto con grande chiarezza che il Sistema Sanitario Nazionale (Ssn) non può sopportare i tagli che abbiamo letto sui giornali, da 1,5 a 3 miliardi". Lo afferma il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, parlando delle indiscrezioni sui tagli della legge di stabilità. "Rimangono solo rumors negli scantinati del ministero dell'Economia". "La sanità ha avuto tagli per 22 miliardi negli ultimi anni", ha detto il ministro Lorenzin arrivando ad un convegno sul femminicidio alla Scuola Superiore di polizia. "Siamo in una fase di ristrutturazione importante e di recupero di risorse dalle regioni. Se vogliamo mantenere certi standard non possiamo subire altri tagli", ha concluso Lorenzin.
REGIONI,  A RISCHIO SISTEMA UNIVERSALE -  - ''Il ministro Lorenzin tuona (giustamente) contro ogni altro ipotizzabile taglio alla sanità; da altri ambienti governativi trapelano notizie di ulteriori sforbiciate da 3,5 miliardi che si aggiungerebbero a 2 anni di spietata e trasversale spending review. La verità la sanno loro''. Lo ha detto l'assessore regionale alla sanità del Veneto Luca Coletto, aprendo oggi a Venezia i lavori del Convegno nazionale 'Motore Sanità'.
''Io so che continuando così si portano tutte le Regioni, comprese quelle virtuose come il Veneto che da tre anni ha i conti in attivo - ha avvertito - verso il default e si rischia di smantellare l'assistenza universalistica che è il fiore all'occhiello di questo paese. E in un momento di crisi economica e sociale come questo sarebbe da irresponsabili''. ''In tutto questo - ha aggiunto Coletto - appare chiaro un disegno di riaccentramento della sanità a livello romano: quando tutte le Regioni finiranno in piano di rientro il vero potere sarà in mano ai governativi e sarà stato gettato alle ortiche l'unico embrione di vero federalismo, rappresentato dalla gestione sanitaria a livello regionale, che ha avuto il grande merito di evidenziare le disparità e le difficoltà e di avviare un cammino verso l'eliminazione degli sprechi, che da qualche parte vuol dire purtroppo veri tagli ai servizi, da qualche altra, come in Veneto, significa riorganizzazione, modernizzazione, attenzione maniacale anche ad un solo euro di spesa''.
Per Coletto ''bisogna guardare e colpire le inefficienze dove si trovano; introdurre al più presto i costi standard e la tassazione locale aggiuntiva per chi non li rispetta, costruire il Patto per la Salute avendo ben presente le necessità della povera gente e l'opportunità di inserirvi anche il capitolo dei Livelli Essenziali di Assistenza Sociali, eliminando quella zona grigia che oggi esiste tra ciò che va considerato sanitario e ciò che va considerato sociale''.
"Apprendiamo dalla lettura di alcuni quotidiani che il Governo si starebbe accingendo ad approvare la Legge di stabilità che produrrebbe ulteriori e pesanti tagli al Fondo nazionale per la sanità. Siamo davvero stanchi di decisioni assunte da burocrati e consulenti dell'amministrazione dello Stato, pagati anche sei volte più di un giovane medico che presta la sua opera nelle corsie degli ospedali!". È quanto afferma la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, coordinatrice vicaria dell'area Sanità della Conferenza delle Regioni italiane. "Sia chiaro - dice la presidente - il Governo attivi immediatamente un confronto politico con le Regioni, perché su un tema così importante come quello della sanità non siamo disponibili ad un altro tipo di interlocuzione che non sia quella con l'esecutivo nazionale". "Non è più tollerabile - prosegue - che tecnici e consulenti del Governo, nel chiuso delle stanze ministeriali, ipotizzino tagli alla sanità senza porsi prima di tutto il problema delle risposte che la sanità pubblica deve garantire alla salute dei cittadini. La situazione del Fondo sanitario nazionale, come sanno benissimo tutti a partire dallo stesso ministro per la Salute, è ormai al limite della sostenibilità".
"Ora bisogna lavorare per aiutare la crescita, sostenendo le possibilità di investire dei comuni virtuosi, allentando il patto di stabilità, e guardando con attenzione alle esigenze delle autonomie. Ma dobbiamo dare anche un altro segnale di inversione di tendenza e di fiducia rispetto alle attese dei cittadini, chiudendo finalmente la stagione dei tagli continui alla sanità". Lo afferma Guglielmo Epifani, segretario nazionale del Pd.
Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha ricevuto questa mattina al Quirinale il Presidente del Consiglio dei Ministri, Enrico Letta, e il Ministro dell'Economia e delle Finanze, Fabrizio Saccomanni, che gli hanno illustrato le linee guida dei disegni di legge di stabilità e del bilancio dello Stato.
'Per fare tagli di tasse a imprese e dipendenti servono tagli dispesa corrispondenti' che 'non saranno indolori, dato cheabbiamo scelto di fare la prima manovra senza alcun prelievofiscale su cittadini e imprese'. E' l'ammonimento del ministroFranceschini che in un'intervista alla Stampa parla della leggedi stabilità spiegando che l'esecutivo punterà a frenare lespese dello Stato più che degli enti locali, 'nei confronti deiquali anzi va allentato il patto di stabilità interno'. Cuoredella manovra sarà il taglio del cuneo fiscale. Su alcuniquotidiani indiscrezioni sulla service tax: possibile aliquotamassima del 3 per mille. Palazzo Chigi smentisce il 7% di Ivasui libri.
(Fonte)
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