mercoledì 12 giugno 2013

Lettera al Governo Italiano: silenzi e complicità sul Muos e non solo

Lettera aperta al Governo Italiano [della cittadina Roberta Barone].



Signore e signori, Ministri di questo Governo “fantasma”,
 
mi perdonerete forse per aver utilizzato questo termine, eppure i siciliani di fantasmi ne hanno visti fin troppi e, di certo,  non perdonano. A scrivere non è un politico, un presentatore televisivo o un calciatore a cui l’informazione si presta facilmente per diffondere al mondo notizie futili quanto lo scopo stesso per cui vengono compiute quelle azioni. Se c’è una cosa che lo studio della storia insegna è che “distrarre” è un metodo alquanto efficace per spianare le strade ad un progetto così lontano dalle più comuni prospettive umane.

A scrivere è una studentessa siciliana a cui, come molti altri giovani ma soprattutto bambini, è stato negato uno di quei tanti diritti che rappresentano una carta in meno nel grande gioco delle Vita. L’utilizzo della parola “fantasma” non è un risultato di un sentimento adolescenziale volto a sfociare nell’esagerazione o, come di consueto tra i giovani, a trasgredire le regole comuni. Non è nemmeno la risposta ad un sentimento interiore che oscilla tra la rabbia e l’angustia.

Il dizionario si riferisce alla parola “fantasma” come ad una presenza incorporea, io invece mi avvalgo della facoltà di definire fantasma uno Stato che mostra i denti con i più piccoli per rubar loro le caramelle: uno Stato che indossa la sua cravatta migliore parlando di “Unità d’Italia” e che poi rinchiude nell’armadio non i suoi scheletri ma quelli di coloro che per produrre quella cravatta hanno dato la vita.

Ciò a cui mi riferisco è un tema che conoscete benissimo ma che forse è più comodo, anzi doveroso, non sottolineare. Da sempre il popolo siciliano subisce i soprusi e le violenze di chi giunge nell’isola per conquistarla e poi dominarla. Non si stratta più di bombe o colpi di Stato: “liberare” un territorio dalla dominazione di qualcuno per poi imporre la propria (militare, politica, economica o di altra natura), io non la chiamo liberazione. Non chiamo nemmeno Stato dunque, uno Stato che condanna il popolo siciliano per aver interferito nei suoi rapporti di “Pace” con gli Stati Uniti e Israele. Diversi sono stati i messaggi di minaccia da parte del Ministero delle Difesa italiano contro la Regione Sicilia per aver ritardato il lancio del satellite Muos previsto per il 2013, giungendo perfino ad un conflitto di attribuzione tra le due parti.

“Sito di interesse strategico per la difesa militare degli alleati e degli italiani”: così è stato definito il MUOStro per le guerre del XXI secolo. Uno Stato che ripudia la guerra ed ogni mezzo in grado di provocarla ma che non rifiuta, nei fatti, le centinaia di basi militari di proprietà degli Stati Uniti d’America presenti in territorio italiano, basi in cui si nascondono indisturbate bombe atomiche ben più potenti di quelle lanciate durante il secondo conflitto mondiale contro il Giappone. Eppure gli italiani hanno votato NO al nucleare.
Cui prodest?

Uno Stato che vende la salute dei suoi cittadini a favore di interessi mondiali ben lontani dai principi di una Costituzione a cui giura fedeltà. Uno Stato che si volta indifferente di fronte alla spontanea protesta di Mamme disperate ma determinate nel mostrare i denti quando si tratta di difendere la propria famiglia, la salute ed il futuro dei propri figli da pericolose antenne che fanno delle Sicilia, un avamposto di guerra. Durante i conflitti mondiali era quasi normale assistere a scene di mamme che con la violenza cercavano di recuperare del pane per sfamare i propri figli, e lo facevano mostrando tristemente i denti per poi, dentro casa, aprire loro il cuore. Questa volta però si parla di mamme che non chiedono il pane a nessuno ma un contesto migliore per poterlo mangiare. E voi glielo avete negato.

Dobbiamo inoltre prendere atto che ultimamente vengono definiti complottisti coloro che parlano di correlazioni tra Scie Chimiche, Haarp e Muos: insegnate dunque ai giovani come superare quei test di ammissioni alle varie facoltà universitarie dove a prevalere sono grafici e statistiche invece che attitudini e passione, ma li costringete a respirare sostanze capaci di “controllare” la mente umana e distrarli con messaggi subliminali, pubblicità, tecnologia e quanto altro. Firmate o ratificate accordi che solo a pochi “eletti” garantiscono immunità. Noi diventiamo merce, massa obbediente alle logiche di mercato e di guerra, quelle combattute con impulsi elettronici e cambiamenti climatici.

Il sistema a cui molti tanto vagamente facciamo riferimento, vuole che l’informazione ed il movimento si concentrino solamente sull’emissione di onde elettromagnetiche (tra le più alte certo) che però riscontriamo anche con infiniti sistemi di comunicazione: perché nessuno ci informa sull’innalzamento dei limiti stabiliti dalla legge riguardo l’emissione di onde, dal dopo guerra ad oggi? Chi fu a controllare ciò?

Ciò che si vuol nascondere riguarda allora un progetto ben più grande, un disegno che controlla i nazionalismi, i patriottismi, lo stesso sentimento di attaccamento che io stessa dimostro prendendo posizione di difesa verso la mia Sicilia, per indirizzarli a suo piacimento. Ma cosa importa a voi di un popolo che “lancia le pietre contro il carro armato”? Quale futuro insegnate a questi giovani sempre più sradicati da quel senso di appartenenza, di origine? Come pretendete di insegnare obbligatoriamente l’Inno di Mameli nelle scuole se poi private quelle personalità della capacità di ammirare il valore di quelle note? Giovani, adulti ed anziani “bombardati”, quasi come cavie sfruttate per losche sperimentazioni.

Parlo io a nome del mio popolo, come altri a nome del loro, ma tutti insieme come pezzi di puzzle di una stessa resistenza. Una resistenza troppo spesso definita “terroristica”, azioni ribaltate dai media a vostro piacimento.  C’è chi li chiama pacifisti, io li chiamo pacifici. Gente armata di coraggio, tante mani unite insieme come infinite gocce d’acqua di un oceano. Ho visto mani aggrappate ad una rete, la stessa che recinta la base “americana” di Niscemi dall’esterno, quasi fossero di proprietà diverse, quasi che noi siciliani dovessimo chiedere permesso allo zio Sam per scavalcare il recinto che divide casa nostra.

Un popolo condannato e tradito dal suo Stato, da voi che vi appropriate delle Forze dell’Ordine per creare disordine tra la popolazione: una guerra tra poveri in nome di una crisi che mette a muro l’animo di un povero padre di famiglia costretto ad ubbidire per sfamare i propri figli ma non sempre consapevole dell’inganno.

Voi che tacete sui motivi della formazione di un nuovo esercito europeo dai privilegi infiniti e giuridicamente inattaccabili, voi che sostenete la guerra ricevendo premi Nobel per la Pace, voi che del “Divide et Impera” ne fate una costante strategia per imporre una democrazia inesistente. Ma i siciliani lo hanno già dimostrato, non resteranno indifferenti!
A voi cari Ministri di ieri e di oggi, a voi che “dovreste” render conto dell’operato al popolo italiano, a voi dedico il mio insignificante ma sincero sfogo.
(Fonte)


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