martedì 4 giugno 2013

Gela, «sos» ambiente: petrolio in mare Sequestrato un impianto della raffineria

Sversata almeno una tonnellata di greggio da uno scarico e il governatore Crocetta convoca Eni per l'emergenza



 GELA - Una consistente perdita di petrolio da una tubazione dell'impianto Topping, nella raffineria Eni di Gela, ha fatto scattare stamani l'emergenza ambientale. Il greggio, riversatosi sul canale di scarico dell'acqua marina usata per il raffreddamento di talune apparecchiature della fabbrica, ha raggiunto la foce del fiume Gela. Si teme che una colata di poltiglia nera rischi così di inquinare il mare e la spiaggia a est della città. La Capitaneria di porto ha mobilitato le imbarcazioni antinquinamento che hanno disteso le panne galleggianti per impedire al petrolio di espandersi nelle acque attorno alla foce del fiume e, con le idrovore lo stanno recuperando a bordo dei natanti appositamente attrezzati. La situazione sembra sotto controllo.

SEQUESTRO - Una parte di greggio era stata già trascinata dalla corrente prima che intervenissero i mezzi per la bonifica e si cercasse di eliminarla. Mobilitate le squadre della sicurezza aziendale. All'interno dell'impianto Topping, operai e tecnici della manutenzione hanno bloccato la perdita e stanno cercando di appurare la causa che l'ha determinato. Un'indagine è stata avviata dalla direzione aziendale. La procura della Repubblica del tribunale di Gela, informata dell'episodio, ha aperto un'inchiesta, e dopo alcune ore ha disposto il «sequestro per esigenze probatorie e di cautela» dell'impianto «Topping 1» della raffineria dell'Eni, dove stamani è avvenuta la perdita di «non meno di una tonnellata petrolio». Lo sversamento, secondo le prima indagini della direzione aziendale e della Capitaneria di Porto, sarebbe dovuto a una serie di concause. Una nota della Procura parla della «rottura di uno scambiatore di calore asservito all'impianto» con conseguente «fuoriuscita dell'emulsione (misto di acqua e greggio) dallo scarico».


TASK FORCE IN LOCO - «L'ennesimo episodio di sversamento a mare di petrolio proveniente dalla raffineria di Gela, all'indomani di una giunta di governo che proprio a Gela ha stabilito di potenziare nelle aree industriali siciliane le strutture di prevenzione sanitaria e cura sulle malattie tipiche dell'industrializzazione, obbliga il governo della Regione ad elevare il livello di soglia dei controlli da effettuare in quei siti», ha scritto in una nota il presidente della Regione Siciliana Rosario Crocetta. «Ritengo – continua il governatore - che in questi siti bisogna organizzare in loco task force specifiche composte da Arpa, Genio civile, Asp e uffici ambientali delle province, per esercitare un'azione continua e costante di controllo. Da tempo, per Gela, sono state concesse le autorizzazioni ambientali, regionali e nazionali, necessarie per rafforzare la sicurezza degli impianti». 

INVESTIMENTI - «L'Eni ha sempre assicurato che tali investimenti sarebbero stati realizzati al più presto possibile, mentre non si riesce ad avere un crono programma preciso. I gruppi industriali petroliferi - prosegue il Presidente – dovrebbero cominciare a dirci con chiarezza cosa intendono fare rispetto a impianti che hanno bisogno di tanti investimenti e manutenzioni straordinarie, per renderli compatibili con il rispetto dell'ambiente e la sicurezza e la salute dei cittadini. Convocherò – conclude il governatore - immediatamente l'Eni, l'Asp, l'Arpa, l'assessorato alla Salute e al Territorio e Ambiente per giovedì prossimo, per approfondire le ragioni di questo ennesimo incidente ambientale, su quali investimenti immediati intende promuovere la raffineria per risolvere la situazione in maniera definitiva.
(Fonte)
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