lunedì 24 giugno 2013

F35, Pd a rischio spaccatura. Poi la mediazione: "Stiamo lavorando a soluzione condivisa"

Nuova grana per il governo dopo le rassicurazioni del ministro della difesa Mario Mauro. Nel partito democratico ha la meglio l'ala dei favorevoli alla sospensione del programma di acquisto




 Pd spaccato sulla mozione per gli F35, ma i 'pacifisti' sono la maggioranza nel gruppo. La partecipazione italiana al programma Join Strike Fighter diventa un banco di prova per il governo e per il partito. La posta in gioco è altissima: 14 miliardi di euro (nel periodo 2009-2026 con pagamenti a rate di circa un miliardo l'anno), che basterebbero per coprire gli aumenti Imu e Iva e finanziare la cassa integrazione. Giampiero Scanu, capogruppo Pd in Commissione Difesa rassicura: "Ma Stiamo lavorando per trovare una soluzione ampiamente condivisa e al momento non esiste alcuna spaccatura nel partito".

Secondo indiscrezioni, dunque, l'ipotesi più accreditata è la proposta di una "sospensione temporanea": i democratici non sosterranno l'impegno annunciato dal governo, per bocca del ministro Mario Mauro, all'acquisto immediato dei cacciabombardieri. L'ufficialità arriverà nel corso della riunione del gruppo Pd in programma alla Camera per questa sera. Ma nel pomeriggio a Montecitorio Scanu, incaricato da Epifani di trovare una mediazione tra le diverse anime del partito, ha riunito il gruppo di lavoro dei democratici con i quali ha steso il testo della mozione che sarà illustrato in serata. Il documento impegna il governo a dare il via a "un'indagine conoscitiva", alla quale lavoreranno le commissioni Difesa di Camera e Senato. Con questa misura, ha assicurato Scanu ai deputati, si intende che fino all'esito dell'indagine il governo italiano non darà seguito ai pagamenti previsti dal programma d'acquisto.

Le diverse posizioni nel Pd. Tra i democratici sono in campo tre posizioni. Ma quella dell'ala per così dire 'pacifista' guadagna consensi di ora in ora. A partire dai sedici deputati democratici che hanno firmato il testo della mozione, promosso anche da Sel e dai Cinque Stelle, con la quale si chiede di cancellare il programma F35.

Tra i democratici contrari non solo esponenti della sinistra interna, come Pippo Civati candidato alla segreteria del partito. Contrario all'acquisto degli aerei da guerra il vicepresidente del gruppo a Montecitorio Gero Grassi, ex popolare moroteo. "E' un errore- spiega- pensare che gli armamenti servano a conservare la pace. Io mi opporrò sempre a decisioni in netto contrasto con la mia morale e con quello che dovrebbe essere l'orientamento di un paese cattolico e cristiano". E come Grassi sono pronti a bloccare l'acquisto dei cacciabombardieri altri parlamentari di estrazione cattolica, in queste ore sensibilizzati anche dalla rete diocesana.

Le scelte in campo. La posizione del Pd sarà decisiva. La mozione può contare in partenza sul sostegno dei 163 firmatari: i gruppi di Sel (36) e Movimento 5 Stelle (109), 2 di Scelta Civica e 16 del Pd. Il gruppo di Guglielmo Epifani conta alla camera 293 deputati.  Ne basterebbe poco più della metà per assicurare al documento l'approvazione certa. E a quanto si apprende, nel corso di una consultazione informale interna, condotta in prima persona dai firmatari della mozione, la soglia di sicurezza è stata già raggiunta. La maggioranza dei deputati è contraria all'acquisto degli aerei.

Intanto, il Movimento Cinque Stelle ha organizzato un sit-in di protesta contro gli F35, dalle 18 davanti a Montecitorio.
(Fonte)
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