lunedì 15 aprile 2013

Quirinale pulito: Guariniello contro la Bonino (e l’inciucio)

Raffaele Guariniello 

Guariniello for president. Aldo Giannuli l’aveva proposto già all’indomani delle elezioni. E ora il nome del magistrato torinese sta “girando” parecchio, sui giornali e anche nel “Movimento 5 Stelle”. Un’ottima notizia, conclude Giannuli, anche perché il procuratore aggiunto Raffaele Guariniello – in prima linea contro lo spionaggio aziendale in Fiat e contro gli abusi sul posto di lavoro, dalla Thyssen all’Eternit – sarebbe un candidato in grado di piacere ai grillini, al Pd e a Sel, conquistando una quota di voti ben superiore alla soglia delle 504 schede richieste al quarto scrutinio. Soprattutto, Guarinello taglierebbe la strada al concorrente più accreditato da tutti i sondaggi, l’ultraliberista Emma Bonino, possibile regina del “grande inciucio” che, dal Quirinale, si estenderebbe poi al governo e all’intero paese.

La candidatura Bonino sta prendendo rapidamente consistenza, dopo che l’ex ministro Mara Carfagna ha dichiarato che sarebbe auspicabile avere una donna al Quirinale. Da allora ne parlano tutti i giornali, dal “Corriere della Sera” al “Sole 24 Ore”: la Bonino è nettamente in testa alla graduatoria, con gradimenti oltre il 30% che staccano nettamente il secondo, Romano Prodi, sotto il 15%. Destra e sinistra parlano della Bonino con deferenza, ricordandone le battaglie per i diritti civili, il garantismo, la competenza dimostrata negli incarichi internazionali: fu commissario europeo e docente all’università americana del Cairo. Mai stata sfiorata da scandali, è stata promossa commissario europeo dal centrodestra e poi ministro per il commercio estero dal centrosinistra, che l’ha eletta vicepresidente del Senato e l’ha candidata alla presidenza del Lazio. Filo-atlantica, ha sempre votato a favore di tutte le missioni della “guerra umanitaria”. Neoliberista dichiarata, potrebbe proseguire nell’opera di “ufficiale di collegamento” con la Bce inaugurata da Napolitano. E in più è sostenitrice della separazione delle carriere ra magistratura inquirente e giudicante.

Emma BoninoLa situazione è di stallo: sulla carta il centrosinistra ha poco meno dei 504 voti necessari, ma è tutt’altro che un monolite e ospita troppi aspiranti presidenti – Prodi, D’Alema, Amato, Marini, Grasso e Rodotà – tutti spalleggiati da schiere di parlamentari pronti a trasformarsi in franchi tiratori. «E poi, vai a trovare un candidato che piaccia tanto a Vendola quanto a Renzi». Difficile rivolgersi ai grillini, e così pure al centro, data «la non sopita aspirazione di Monti». Numeri alla mano, aggiunge Giannuli, l’unica coalizione “sicura” sarebbe quella formata da Pd e Pdl, «ma i candidati di compromesso possibili (Letta, Amato, Marini, D’Alema) sanno tutti di “vecchia politica”». L’accordo, Berlusconi sarebbe disposto a farlo in cambio di precise garanzie per la sua situazione giudiziaria: il futuro inquilino del Quirinale dovrebbe garantire – facendo pressione sul Csm o concedendo la grazia – un “atterraggio morbido” al Cavaliere all’uscita dalle aule di giustizia. Sicché, il Pd dovrebbe eleggere un candidato che faccia quello che Berlusconi non è riuscito a fare con le sue “leggi ad personam”? Il partito di Bersani ne sarebbe travolto.

Ma attenzione: «Che ne dite se a fare la grazia o l’intervento in Csm o a spingere per una certa riforma della giustizia fosse non un politico di lungo corso, ma una persona diversa? Per esempio, uno che, pur essendo stato per 30 anni a Palazzo, goda dell’immagine di persona estranea al Palazzo, che ha un coerentissimo passato garantista, sino ad aver votato contro l’autorizzazione a procedere a uno come Cosentino?». Ecco perché fa gola l’opzione Bonino: «Una persona che gode fama di grande indipendenza e che nessuno potrebbe sospettare di obbedienza al Pd». Possibile contromossa: Guariniello. Sensibile, autorevole, preparato, autonomo. «Potrebbe benissimo essere votato dalla Lista Monti e persino dal Pdl, se quello che cercano è un presidente imparziale e non il regista occulto di torbidi accordi sottobanco». Giannuli propone una raccolta di firme a sostegno della candidatura del magistrato torinese: «Comunque dovesse andare, potremmo dire di aver fatto qualcosa contro il grande inciucio che avanza».
(Fonte)
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