domenica 3 febbraio 2013

Il "CeLeste" dalle fosche tinte

Formigoni e le consulenze d'oro: 55 milioni per i ciellini e i leghisti

 

Enti inutili ed ex parlamentari nell'elenco di studi e ricerche commissionate dalla Regione Lombardia con soldi pubblici. Cinquantamila euro elargiti a una fondazione incaricandola di indagare su se stessa.

 

 

Ci puoi trovare la sorella dell’ex assessore condannato. L’ex parlamentare con pensione d’oro. Il manager che ha scritto il libro con il braccio destro di Roberto Formigoni. Tanti ciellini, come il fondatore del Sabato e sua figlia. Ma anche molti luogotenenti della Lega. L’elenco dei beneficiari degli incarichi di consulenza e di tutti gli studi commissionati dalla Regione in questi anni è anche la fotografia di una delle più colossali distribuzioni di prebende con soldi pubblici. Cinquantaquattro virgola nove milioni di euro in tre anni, dal 2009 al 2011, per pagare i 353 incarichi conferiti dal Pirellone. Una montagna di denaro su cui perfino un organo nominato dalla giunta Formigoni, il Comitato dei controlli, si è espresso con giudizi poco lusinghieri, parlando  in una relazione che ovviamente il Celeste si è guardato bene dal rendere pubblica  di «documenti giustificativi non accompagnati da rendicontazione delle spese» e di «ricerche dalle ricadute limitate».

In questi anni in Lombardia si è studiato di tutto, dagli effetti di un tubero «versus crusca di frumento» nella «terapia della stipsi nel soggetto anziano» alla «valutazione del livello di infertilità dei tori» (ma anche «dell’origine uterina dell’infertilità bovina»: 101mila euro). E si è analizzato perfino il «valore nutrizionale di lattuga, cicoria e rucola». Ma questo è colore. La ciccia è un’altra.

Una quota rilevante dei fondi è transitata dall’Irer, l’Istituto regionale di ricerca della Lombardia, trasformato dal 2011 in Èupolis Lombardia. A presiederla è un ciellino doc come Alberto Brugnoli, associato di Economia all’università di Bergamo dopo aver vinto, nel 2003, un concorso presieduto da Lanfranco Senn, altro manager pubblico vicino a Cl.
L’Irer, scrive il Comitato dei controlli, è destinatario del 42,6 per cento del totale degli incarichi. Soldi spesi in una miriade di progetti dai nomi che possono andar bene anche per un compito in classe, tipo “Regioni del Nord e nuovo regionalismo in prospettiva europea” (40mila euro). O che fanno effetto perché pronunciati in inglese  “Adesione al progetto Beyond the State towards subsidiarity”, 70mila  anche se in realtà non fanno altro che battere sul chiodo fisso di Formigoni, la sussidiarietà. Uno dei consulenti più ascoltati è Robi Ronza, fondatore del Sabato, il quotidiano di Comunione e Liberazione in cui si è fatto le ossa Formigoni. Direttore ora della rivista di Eupolis Confronti, Ronza è destinatario, nel 2012, di una consulenza da 65mila euro lordi per “relazioni internazionali”. Già ai tempi dell’Irer  quelli di cui si occupa l’audit interno  gli erano stati affidati due incarichi per “attività di studio e ricerca”, tra il 2009 e il 2010, per un totale previsto di 183mila euro. Ora in Eupolis si sta affacciando anche sua figlia, Maria Cara, che per un incarico di “coordinamento per la rivista Confronti” riceverà 30mila euro lordi per 20 mesi. Non una gran cifra, ma è la gavetta.

Vicina a Cl è anche la costituzionalista Lorenza Violini, in prima fila nella battaglia per la prosecuzione delle cure nei confronti di Eluana Englaro. Eupolis ha previsto per lei, nel 2012, 60mila euro per (tutto d’un fiato) “coordinamento scientifico delle attività di ricerca e supporto conoscitivo dell'Organismo indipendente di valutazione, nell'ambito del Programma di attività OvsOrganismo di valutazione delle performance degli operatori che erogano servizi”. L’istituto finanzia anche altri ciellini  come il manager bolzanino Franco Finato, il direttore dell’Osservatorio sull’esclusione sociale Luca Pesenti, il docente perugino Angelo Frascaroli. Ma anche leghisti come Emanuela Panigoni. E perfino una spagnola, Immaculada Mateos Buendia, candidata a Madrid nel Partito popolare. 

Poi c’è la superconsulenza da 5 milioni di euro sul welfare lombardo elargita nel febbraio 2012 da Formigoni. Partner della Ernst & Young nella commessa è Axteria spa di Milano, il cui presidente Pierluigi Troncatti è autore di un libro, La domanda della Regina, scritto nel 2011 a sei mani con l’ex assessore ciellino Raffaele Cattaneo e con l’ex amministratore delegato di Trenord Giuseppe Biesuz, il manager arrestato  ora è indagato a piede libero  per la bancarotta Urban Screen. E la Lega? Non è rimasta a digiuno. Nel 2009 tre milioni di euro sono andati all’Irealp, istituto di ricerca per l'economia e l'ecologia nelle regioni alpine. Al vertice dell’istituto, soppresso dopo aver accumulato un buco in bilancio di un milione e mezzo di euro e poi accorpato nel 2010 all’Ersaf (che in quell’anno ha beneficiato di 18 milioni di fondi regionali), c’è stato, fino alla fine, Fabrizio Ferrari, ras del Carroccio in Val Seriana, che tra i consulenti ha voluto anche compagni di partito come il vicesindaco di Clusone Carlo Caffi.

Ma fra gli studiosi assoldati dal Pirellone in questi anni si notano anche vecchie glorie della Dc come Gianfranco Aliverti, beneficiario, per i suoi 27 anni da parlamentare, di una pensione da 9.636 euro, integrata, nel 2010, da tre consulenze tecniche come “coordinatore tecnico legislativo" per un totale di 67.700 euro. Lo stesso anno anche Mario Roberto Baitieri, ciellino e consigliere di Fiera Milano, ha ricevuto 70mila euro per “attività di studio e ricerca” grazie a un incarico per la promozione, lo sviluppo e l'innovazione delle aree montane. E la stessa cifra è andata a Monica Barbara Guarischi, sorella dell'ex consigliere Luca, decaduto dopo una condanna definitiva per tangenti. Per lei, un “incarico per le pari opportunità”. Un altro ex assessore di Formigoni, Marco Pagnoncelli, ha ricevuto 70mila euro per “attività di studio e ricerca” sulle relazioni con gli enti locali.

Ora ci si chiede quali risultati concreti abbiano prodotti tutti questi studi. Alcuni, di sicuro, nulla. Purtroppo per la fondazione “Energy Lab”, think tank di A2A, il ritorno all’atomo non c’è stato. E così, quei 100mila euro con cui nel 2009 è stato finanziato uno “studio di prefattibilità” dal nome lunghissimo che finiva con “valutazioni sul ritorno all'energia elettronucleare", vanno a farsi benedire. Peccato, perché ancor prima della prefattibilità c’era stato un contributo di 47.500 euro “per la mappatura delle competenze in possesso dei soci aderenti alla fondazione". Altri studi, invece, sono bellissimi ma rischiano di restare chiusi nel cassetto. Come i lavori della Fondazione Lombardia per l’Ambiente, che nel 2009 ha ricevuto 450mila euro per il “piano del rischio integrato dell’area critica metropolitana milanese” e altre centinaia di migliaia di euro per il “piano regionale delle aree protette”. Oltre a somme minori come i 30mila euro per il “piano di monitoraggio dei vertebrati terrestri di interesse comunitario”. Chissà se alle lucertole del parco delle Groane sono serviti, almeno un po’.
(Fonte)
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