mercoledì 27 febbraio 2013

Brzezinski, il suo CPHW e l’insurrezione mondiale



Non bisogna temere gli acronimi… Zbigniew Brzezinski ha deciso di parlare del “ruolo dell’Occidente nel complesso mondo post-egemonico“, ci è parso utile e burocraticamente accettabile comprimere l’essenziale del suo discorso nell’acronimo CPHW (“Complesso post-egemonico mondiale”). Con questa espressione, Brzezinski ci dice esattamente questo: gli Stati Uniti non possono più assicurarsi l’egemonia sul mondo, neanche il blocco BAO, e neanche chi ne è al di fuori; né la Cina o la Russia, ecc. Così siamo passati dalla fine della Guerra Fredda, alla sola “superpotenza”, al mondo multipolare, al G2 (USA + Cina), alla sola Cina, a niente altro se non il disordine… Questo è quello che ci sembra abbia detto Brzezinski. Inoltre, e non a caso, ci dice che la rivolta dei popoli, o “insurrezione del mondo”, è avviata e funziona bene. Paul Joseph Watson, di Infowars.com, ci informa dell’intervento del vecchio guerriero divenuto saggio, il 26 novembre 2012. Ciò che dice Brzezinski è senza dubbio molto interessante.

Durante un recente discorso in Polonia, l’ex Consigliere per la Sicurezza Nazionale Zbigniew Brzezinski ha avvertito gli altri elitari astanti che “il movimento mondiale di resistenza” è fuori controllo ed è guidato dall’”attivismo populista“, minacciando di far deragliare la transizione verso un nuovo ordine mondiale. Definendo il concetto del 21° secolo quale secolo americano, è “una illusione diffusa“, Brzezinski ha dichiarato che il dominio statunitense non è più possibile, perché vi è un’accelerazione del cambiamento sociale guidato dai “mass media istantanei come la radio, la televisione e internet” che hanno accumulato e stimolato “un risveglio universale della coscienza politica di massa”. L’ex consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti ha aggiunto che questa “esplosione mondiale dell’attivismo populista si sta rivelando ostile al dominio esterno così come era prevalso nell’epoca del colonialismo e dell’imperialismo.” Brzezinski ha concluso che “la resistenza populista persistente e fortemente motivata dalla coscienza politica di popoli storicamente risentiti dal controllo esterno, ha dimostrato di essere sempre più difficile da sopprimere.”

Brzezinski è un “vecchio bastardo” dell’era della guerra fredda, ma un buon osservatore, quasi quanto l’astuzia dell’altro “vecchio bastardo” Kissinger, anche se i due uomini si odiano come solo due assolute primedonne sanno fare. Si osservi che Brzezinski dà una lezione di lucidità a tutti gli pseudo-pensatori di questa nostra generazione, e di esperti d’imitazione della diplomazia del blocco BAO attualmente operativo; tutti questi pseudo-tali rinchiusi nel sistema politico ed affetti dalla sindrome della commessa sperduta nei corridoi delle Nazioni Unite, senza sapere di esserlo (intrappolati nel sistema e perduti nei corridoi). Lui, Brzezinski sembra sospettare qualcosa di questo recinto e di questo vagabondaggio sentimentale-isterico… E’ interessante notare che ha introdotto il termine “post-egemonico”, nel senso che nessuno può seriamente esercitare egemonia in quanto tale, un peso e un’ambizione importante che comporti il controllo geopolitico di una regione, di un’alleanza imperiale, “del Mondo” infine; in breve, da vecchio neocon virtuoso dei bei tempi di GW all’ombra del 9/11. Noi di Dedefensa.org non ne siamo stupiti o sorpresi. In realtà, dice Brzezinski, il Mondo è diventato troppo complicato (il “complesso del mondo post-egemonico“), e questo nel disordine più completo; ma rispondendo alle leggi della geopolitica, come l’intende Brzezinski da geopolitico gelido e implacabile, che l’era della geopolitica è chiusa e il suo successore, o già succeduto, sia qualcosa come l’era della comunicazione. In questo caso, non siamo sorpresi ne impressionati, e l’abbiamo già copreso, da qualche tempo, proponendo di assegnare un nome a questo periodo successivo all’era geopolitica, l’”era della Psicopolitica”.

Brzezinski si affretta a spiegarsi in tal senso, citando le confuse forze in azione ma che fanno tutte riferimento al sistema della comunicazione e, implicitamente, all’azione del sistema sulla psicologia: “un accelerazione dei cambiamenti sociali guidati dalle “comunicazioni di massa istantanee come la radio, la televisione e internet” che stimolano cumulativamente “un risveglio di massa universale della coscienza politica“.” Provate a contare il numero di divisioni che rappresentano le “reti sociali” o il “risveglio di una coscienza politica di massa“, senza possibilità di tradurli in termini geopolitici, spazio da conquistare o controllare, grazie all’influenza esercitata dall’hardware e, quindi, alla fine dell’era geopolitica e alla nascita dell’era Psicopolitica, all’accelerazione del declino sistema del tecnologismo, all’affermazione generale del sistema della comunicazione… E’ per questo, dice Brzezinski, nella prima frase del suo ragionamento politico, quasi ridicolizzando coloro (i neocon) che hanno coniato lo slogan del nuovo secolo americano, è per questo che l’idea del nuovo “secolo americano” con il ventunesimo secolo è al massimo una “delusione” o, più realisticamente, una totale illusione fuorviante che diventa un errore fatale nel modo in cui tale illusione trascina, ancora, verso certe politiche e certi piani. Da qui il  riconoscimento, forzato e senza alcun compiacimento, di Brzezinski che queste nuove forze si impongono di schianto, di questa pressione popolare (populismo) che si impone non con le rivoluzioni, le sommosse, gli scioperi e l’insurrezione, ecc., ma con gli “eventi della comunicazione”, vale a dire, le masse rivoluzionarie senza rivoluzione, rivoltose senza rovesciare il governo, scioperi insurrezionali senza insurrezione.

La cosa importante è che l’eco creato dalla comunicazione paralizza i poteri come il “suono” del serpente a sonagli affascina la sua preda, spingendo un vecchio dittatore a dimettersi, influenzando la politica attuale fino a divenirne un’altra, sconvolgendo le migliori relazioni strategiche grazie al solo timore di questa eco introdottasi nelle menti dei leader, la cui psicologia non risponde. Naturalmente, tutto diventa un ostacolo enorme sula via della “governance globale”, espressione che designa senza alcuna sostanza, come mille altre, il sistema in azione, implicitamente citato da Brzezinski al suo pubblico complice, come punto di riferimento delle sue preoccupazioni. Brzezinski ha così inteso che le nuove forze del sistema di comunicazione sono fondamentalmente anti-sistema, dall’”effetto Janus” in modalità turbo. Va notato che parla ai suoi amici da vero “globalista”, vale a dire realizzando che gli Stati Uniti e ogni influenza degli Stati Uniti si sono trasformati in una sorta di “blocco” a cui nulla può assicurare un’egemonia propria. Naturalmente si tratta del “nostro” blocco americanista occidentalista (blocco BAO) e Brzezinski ha capito che questo non è che una facciata degli Stati Uniti, che quel tempo è passato, ma che infatti si tratta del nucleo del raggruppamento generale che i “globalisti” ci vorrebbero affidare… Sembrando sempre più, secondo Zbig, il rombo dei popoli furiosi che si prendono cura di rispondere a questa proposta di globalizzazione. E a questo punto, cambiamo completamente… (I nostri commenti e  orientamento.)
 
Da BHL ad Alex Jones
Watson presentava il testo “indicando” (precisione divertente) “che durante un recente discorso in Polonia [...] tali osservazioni sono state effettuate a un evento annuale del Forum europeo per le nuove idee (EFNI), un’organizzazione che promuove la trasformazione del Parlamento dell’Unione europea in un anti-democratico superstato federale, quel tipo di “controllo esterno” burocratico che Brzezinski indica essere in pericolo, nel suo intervento…” Constatava che il discorso è stato dato il 27 settembre a Sopot, in Polonia, in quello che sembra essere il secondo più grande evento transatlantista ed europeista di questo ricco istituto polacco qual’è l’EFNI (Forum europeo per le nuove idee – ampio programma) raccogliendo gente di un certo calibro (BHL vi è stato invitato, e ciò dice tutto), ma anche rappresentanti del potere aziendale, presenti nominalmente e con portafogli ben forniti, e anche gruppi di ONG… (ad esempio, tratti dal “libro degli invitati”… “Lech Walesa e il suo Istituto dell’Accademia Civica, la Intel Business Challenge Europa, un concorso per business plan tecnologico per giovani imprenditori, e Konkordia, il forum di cooperazione europea degli organismi non governativi.”) Nella serata del 27 settembre 2012, il quotidiano Gazeta Swietojanska metteva su YouTube l’intervento di Brzezinski. Poi niente di notevole da segnalare, il testo pubblicato non merita molta attenzione ed è limitato alla Polonia. In realtà, l’evento è piuttosto segnato da una manifestazione mondana di tipo chiaramente identificabile, che probabilmente ha rischiato di impressionare fortemente BHL: la presentazione di un documentario sulla vita di Brzezinski, presentato proprio al seminario di Sopot.

Due mesi dopo, il discorso riemerge. Come e da quale canale? Possiamo tutti immaginarlo, tanto più che il documento non è segreto, e ci sembra che ciò sia avvenuto nelle circostanze più banali e più semplici, e la cosa è la più probabile, fino a quando un occhio interessato “scopre” la possibilità di sfruttare il discorso. Questa volta, il documento è arrivato in buone mani, quelle di un polemista anti-globalizzazione, che in Brzezinski vede uno dei promotori della globalizzazione e ora lo sente denunciare gli ostacoli sulla via della globalizzazione, tra cui il “populismo” e le reazioni popolari che sembrano sempre più schiaccianti (questo è ciò che interessa a Watson). Il sito Infowars.com ha una forte popolarità e il testo viene ripreso su molti altri siti. Il 26 novembre 2012 il DVD è disponibile online come novità, mentre lo stesso documento è stato pubblicato il 27 settembre. Le dichiarazioni di Brzezinski vengono considerate così importanti che vengono anche riprese… in Polonia, dov’erano direttamente disponibili da due mesi, anche nei siti degli attivisti (vedi sito web AC24, del 26 novembre 2012).

Il 27 novembre 2012, Infowars.com, in quanto tale (cioè essenzialmente Alex Jones, il regista e ispiratore dell’organizzazione) lancia, citando il testo di Brzezinski, una vera chiamata alle armi e alla mobilitazione, sostenuta da Infowars Planet, da Prometeo incatenato, ecc.: “Resistete! Tenete la Linea! (…) Stiamo vincendo. La forza elementare che è il Movimento per la Libertà sta vincendo la guerra. Non può sembrarlo a prima vista, con l’espansione degli stati di polizia e di controllo e la sfilza di piani e complotti federali annunciati e applicati, ma stiamo vincendo. Come posso giustificare una dichiarazione di questo tipo? L’ho appresa dalla bocca del cavallo… Zbigniew Brzezinski…” Ora, le dichiarazioni di Brzezinski sono un evento nell’informazione riguardante l’evoluzione delle relazioni internazionali, nel mondo dell’informazione e dei commenti alternativi, sebbene fossero disponibili da due mesi. Inoltre, sono abbastanza interessanti comunque, come evento del 27 settembre o del 26 novembre (a condizione, per esempio, che si rimanga nello stesso semestre, la cosa regge). Ciò che conta in questo caso, è il momento scelto dal sistema di comunicazione per catturare e sfruttare la dichiarazione di…

Si parla senza esitazioni e senza ambiguità di un “sistema” (quello della comunicazione) che decide sulle circostanze ben più che gli intrallazzi umani. Questo, per dire anche che nostra convinzione è che si trattai in realtà, di ciò che viene chiamato “coincidenza”, animando per prima la diffusione della dichiarazione semi-pubblica, ma in realtà già pubblica, di Brezinski a Sopot, dalla Polonia al Texas, negli uffici di Watson e Alex Jones, prima di essere vista dai diffusori nel suo valore effettivo di comunicazione politica e, infine, ritrasmessa ai destinatari al fine di sfruttarlo esplicitamente, come ora vediamo esser fatto. Il caso è interessante perché stiamo entrando in un mercato altamente regolamentato e soggetto a un processo molto preciso, sia verso l’”emittente” (Brzezinski) che verso l’utente (il pubblico “globalizzante” complici la stampa di sistema, il mondo politico), e così vediamo in diretta un intervento che provoca disordine nella comunicazione di sistema.

Elementi come l’influenza nell’ambiente della comunicazione e dell’alternativa anti-sistema, la capacità di giudicarne l’uso sovversivo, la percezione degli effetti della comunicazione, la possibilità di utilizzare termini “impegnati”, ecc., vi giocano un ruolo fondamentale. Non è l’”emittente”, il produttore dell’azione (o delle informazioni, in questo caso) che conduce il gioco, ma l’utente, e un utente irruente, che s’impone. Questo utente impostore (nel senso migliore rispetto al Thomas impostore) agisce secondo i propri criteri, senza alcuna solita considerazione, secondo la valutazione razionale di cui il sistema si appropria; non appena resa nota, questa affermazione dovrebbe essere sfruttata e commentata, o non lo sarebbe mai stata, sfruttata o commentata come vediamo oggi. (E questo a prescindere dalle opinioni o dai sentimenti del “trasmettitore”…

Forse Brzezinski, sapendolo, sarà molto felice di essere all’origine di un tale eco, anche se non è d’accordo con i commenti, diciamo semplicemente per soddisfazione personale un po’ vana, e per amore della notorietà… Questo non indica un nesso causale diretto con lo sfruttamento da parte del sistema di comunicazione che qui si espone.) Qui si vede la fine dell’era geopolitica: il potere (della geopolitica) non ha più tutti i vantaggi, non può più imporre nulla perché le regole che glielo permettevano sono cambiate. Nel caso qui descritto, la potenza pura sono Brzezinski e il suo prestigio, lo status e l’influenza delle reti come l’EFNI, con BHL e il suo circo.

Dal punto di vista della disposizione delle circostanze originali, l’uso della “coincidenza”, è il sistema di comunicazione (rappresentato da Alex Jones e dai suoi simili) che regna … E’ il sistema di comunicazione, di solito al “servizio” o “di allarme” delle informazioni e di coloro che le emettono, in cui è maestro del gioco. Quali ne siano le intenzioni di ognuno, e anche le circostanze per dare impulso alla destabilizzazione e alla disintegrazione del Sistema, lo stato di avanzamento della dissoluzione dello stesso si va compiendo. Una presentazione più conforme ma più consistente delle dichiarazioni di Brzezinski del 27 settembre, avrebbe avuto un’incidenza molto meno anti-sistema, candendo in questo caso nelle mani di un “complottista”, uno specialista della sensazione, di un antiglobalista e così via.

L’eco non è importante nella stampa del sistema, ma la stampa-sistema non ha più alcun significato per noi in termini di credito, la sua influenza, la sua essenza sono diventate cruciali nel vento della crisi quanto la carta su cui è scritta. Ancora più interessante è il modo in cui ora, le dichiarazioni di Brzezinski hanno un peso reale, hanno un potere polemico molto forte, se correttamente utilizzate…

Zbig, come abbiamo capito o interpretato, ha ragione: siamo nell’era della comunicazione, o della Psicopolitica, e lo siamo da un certo tempo. Come abbiamo spesso detto, in questa nuova “era” la funzione anti-sistema è variabile, varia e sfaccettata, ed è in grado di catturare i media e i messaggeri quando vi sono delle circostanze inaspettate. In questo caso, Brzezinski gioca da anti-sistema, così come la chiamata alle armi di Alex Jones. Non chiediamo la loro opinione, né all’uno né all’altro, poiché ciò viene deciso dal sistema di comunicazione dell’era della Psicopolitica. Questo non significa che la rivoluzione sarà domani, significa che la tendenza alla disgregazione e alla dissoluzione del sistema avanza sempre più velocemente, più che mai.
(Fonte)
Traduzione di Alessandro Lattanzio - SitoAurora
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