sabato 1 settembre 2012

Il petrolio delle Tremiti e l'”incubo” trivellazioni

Il Ministro dell’Ambiente Corrado Clini ha dato l'ok alla corso all'oro nero al largo delle Isole dell'Adriatico, scatenando l'ira della Regione Puglia e di Legambiente già pronte alla mobilitazione. Ma il governo precisa: "Si tratta solo di prospezioni, il fondale marino non sarà danneggiato”.

   



Trivellare o non trivellare? E' questo il problema che in questi giorni si pone il Governo, in merito all'eventuale presenza di petrolio nel mare Adriatico. La corsa all'oro nero potrebbe iniziare dalle Isole Tremiti, paradiso blu incontaminato su quale si affaccia l'incubo delle perforazioni. Il Ministro  dell'Ambiente Clini, in accordo con l'omologo ai Beni Culturali, Lorenzo Ornaghi, ha parlato di sole «prospezioni con tecnica air-gun per capire cosa c’è nel sottosuolo» per valutare vantaggi e svantaggi. Non si parla, dunque, di «coltivazione di idrocarburi». Ma le critiche sollevate dalla Regione Puglia , dall’Unione degli Studenti e dall’associazione ambientalista Legambiente, danno immediatamente l'idea di quella che sarà una dura opposizione contro un eventuale “sì” alle trivelle. Di «progetto folle» parla Francesco Tarantini, presidente di Legambiente Puglia. La stessa associazione ambientalista, insieme ad altre consociate, lo scorso giugno aveva fatto ricorso al Tar del Lazio contro il decreto con cui il dicastero dell'Ambiente dava il via libera alle ispezioni in Adriatico, nei pressi delle acque che circondano le Isole Tremiti. Inoltre, Legambiente segnala il pericolo rappresentato da altre «70 trivelle» a cui potrebbe essere dato l'ok e che coprirebbero «30.000 chilometri quadrati dei nostri mari, una regione grande come la Sardegna». La stessa Legambiente che qualche settimana fa parlava di «trivellazioni inutili, dal momento che il petrolio in Italia è poco».


Non vogliamo «vedere il nostro mare violentato dalla corsa all’oro nero». Così Lorenzo Nicastro, assessore regionale all’Ambiente in Puglia che si dice intenzionato a «ricorrere contro i pareri appena rilasciati» dal governo. Nicastro fa notare che con la scelta di autorizzare il parere di compatibilità ambientale, infatti, Clini e Ornaghi non hanno rispettato le opposizioni al consenso del Governo presentate sia dalla Regione Puglia che dalla Regione Molise. Ma lo stesso Clini, in un'intervista al Corriere del Mezzogiorno, mette le mani avanti: «Abbiamo semplicemente applicato la legge vigente – osserva il ministro – visto che la richiesta esclude le aree interdette dalla legge». E in ogni caso, l'ok «non è alla coltivazione di idrocarburi», il cui utilizzo era oggetto della contestazione di Puglia e Molise, bensì alle prospezioni richieste dalla compagnia irlandese Petrolceltic. Si tratta, in altre parole, di ricerche preliminari che precludono il danneggiamento del fondale marino. Clini offre comunque un'analisi più ampia della situazione: «Sull'uso energetico del mare Adriatico è opportuna una valutazione comune, da Trieste a Otranto, coinvolgendo anche Slovenia e Croazia».
(Da: http://www.fanpage.it - di:Biagio Chiariello)

Comm. pers. Io mi chiedo se il ministro Clini e il suo compare Ornaghi pensano che tutti i cittadini  italiani siano dei fessi. Forse che la Petrolceltic International PLC è una ditta che mette a disposizione gratuitamente capitali, materiali al solo scopo di far sapere al mondo intero se alle Tremiti c'è o non c'è il petrolio? io da buon cittadino fesso credo invece che sia già appurato che li il petrolio ci sia anche se poco e di scarsa qualità e che lo scopo sia proprio quello di estrarlo mettendo a rischio un mare chiuso e basso, come è il Mare Adriatico. Se il ministro e il governo farebbero il loro dovere alzando le royalty, ora al 4%, portandole come in tutti gli altri stati del mondo (dal 50 all'80%), credo che la Petrolceltic non avrebbe fatto richiesta di trivellazioni.
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