venerdì 6 aprile 2012

L'Italia dei suicidi. Un segno della crisi



Piccoli imprenditori, disoccupati, pensionati. Sono queste le prime vittime delle misure “che non lasciano speranza” imposte dai diktat dell'Unione Europea e dal governo Monti. Stavolta Di Pietro ha ragione. L'esecutivo dei “tecnici” sta diventando un plotone di esecuzione, devono sentirsi la responsabilità di queste morti e di quelle che verranno.
A Milano un disoccupato di 51 anni, Giuseppe Polognino, si è tolto la vita, a Milano, a seguito della perdita del lavoro e della separazione dalla moglie. Si è impiccato a una trave di una cantina a uso comune in un condominio al numero 40 di viale Ungheria, dove viveva con gli anziani genitori dopo la separazione. A trovarlo è stata la madre, che in mattinata aveva denunciato la scomparsa del figlio di cui non aveva notizie da sabato 31 marzo. “Aveva perso il posto già da un bel pò - commenta la donna -. Cercava lavoro tutti i giorni». Polognino aveva lavorato per varie ditte di autotrasporti ma era stato lasciato a casa. «Perchè non c'è lavoro» risponde allargando le braccia la donna.

A Roma un piccolo imprenditore si è ucciso con una fucilata nella sua azienda di via Cottanello, a Pietralata. Il suo corpo è stato trovato ieri dal figlio ventenne. L'uomo, Mario Frasacco, di 59 anni, era un imprenditore, ma la sua società di progettazione e costruzione con profilati di alluminio, era in fallimento e gli operai in cassa integrazione. Prima di suicidarsi ha lasciato una lettera in cui parla di una "situazione lavorativa ed economica difficile". Sempre a Roma nei giorni scorsi un corniciaio del Quadraro si era impiccato nel suo negozio. Era assediato dai creditori. "Il secondo suicidio di un imprenditore avvenuto nel giro di poche ore nella nostra città" afferma il presidente della Confcommercio di Roma, Giuseppe Roscioli "ci lascia sgomenti e preoccupati. Sapere che alla radice di questi drammatici gesti ci sono cause economiche, storie di fallimenti aziendali, è ancora più scioccante perché significa che la crisi sta cominciando a colpire le vite stesse degli imprenditori e non più solo le loro attività”.
A Gela una donna di 78 anni si è suicidata. Le avevano diminuito la pensione, non ha retto e si è gettata dal quarto piano dell’edificio in cui viveva. A suicidarsi è stata Nunzia, una donna di 78 anni. L’anziana ha deciso di gettarsi nel vuoto dopo aver ricevuto una cifra inferiore rispetto a quella incassata nei mesi precedenti. Aveva ricevuto dall'Inps una cifra di 600 euro invece che gli 800 dei mesi scorsi. La famiglia: "Credeva che non sarebbe riuscita ad arrivare a fine mese: era allarmate dalle notizie della tv e dai tagli del governo"
A Forlì sembrerebbero in netto miglioramento, ma data l'età i sanitari non si sbilanciano sulla prognosi, le condizioni di un'altra anziana 85enne che ieri mattina avrebbe tentato il suicidio, spinta dalla disperazione di perdere la casa, gettandosi nel pozzo che si trova nel giardino dell'abitazione. Un volo di circa quattro metri, conclusosi con un tuffo nell'acqua gelida. Alla base del gesto, sulla cui volontarietà sono in corso accertamenti, ci sarebbe la vendita all'asta della casa dove la donna risiede. Dalla morte del marito la situazione finanziaria dell'anziana sarebbe andata peggiorando, sino a quando il tribunale ha messo all'asta l'immobile. Due sedute sono andate deserte, ma col calare del prezzo richiesto, alla prossima, prevista per i prossimi giorni, ci potrebbe essere l'acquirente, con conseguente inevitabile sfratto della donna.
Antonio Di Pietro intervenendo alla Camera, ha attaccato il premier Monti: “Ci sono persone che non ce la fanno ad arrivare a fine mese e si stanno suicidando. Lei ce l'ha sulla coscienza quei suicidi”. Di Pietro si è rivolto più volte a Monti, non presente in Aula, definendolo “latitante che non c'è” e sostenendo che il governo sta “sobriamente mettendo in ginocchio il paese”. Nulla da eccepire.
(di  Federico Rucco da contropiano.org)
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