mercoledì 28 settembre 2011

Lettera aperta al Presidente del Brasile Dilma Rousseff


Egregio Presidente del Brasile Dilma Rousseff ho ascoltato con molta attenzione le parole da lei pronunciate all’Onu ,attenzione che è andata oltre il suo discorso, perché ho cercato di capire concretamente quello che lei vuole fare per il suo paese e per il mondo,come dice giustamente anche lei stiamo in una fase particolare in cui si potrebbero creare problemi tra i cittadini e le nazioni…
Non poteva cominciare meglio il suo discorso Egregio Presidente Rousseff”Signor Segretario Generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, Capi di Stato e di governo, Signore e signori.

Per la prima volta nella storia delle Nazioni Unite, una voce femminile apre il dibattito generale.
È la voce della democrazia e dell’uguaglianza riverberante da questo, che ha l’impegno di essere il podio più rappresentativo nel mondo.
E ‘con umiltà personale, ma con il mio orgoglio giustificato come una donna, che mi capita di incontrare questo momento storico.
Condivido questa sensazione con oltre la metà degli esseri umani su questo pianeta che, come me, sono nate donne e che, con tenacia, stanno occupando il posto che meritano nel mondo. Sono certo che questo sarà il secolo delle donne.
In portoghese, parole come la vita, l’anima e la speranza sono sostantivi femminili. Due altre parole che sono molto speciali per me sono anche femminili: coraggio e sincerità.

Ed è con coraggio e sincerità che voglio parlarvi oggi”.
Molto bello quello che ha detto caro Presidente,anche io penso che questo sarà il secolo delle donne,e sono belle le parole femminili che usa :vita, anima, speranza, coraggio e sincerità….
“Signor Presidente,Il mondo sta attraversando un momento estremamente delicato, che è anche una grande storica opportunità.
Siamo di fronte a una crisi economica che, a meno che non viene superata, potrebbe diventare una funerale per la politica e una spaccatura sociale.
Tale spaccatura sarebbe stata senza precedenti, in grado di causare gravi squilibri nel rapporto tra le persone e tra le nazioni.
Più che mai, il destino del mondo è nelle mani dei suoi leader – tutti, senza eccezione.

Possiamo unire e insieme uscire vittoriosa, oppure possiamo uscire sconfitto.

In questo momento, non è così importante sapere chi ha causato la situazione che abbiamo di fronte – dopo tutti, che è già sufficientemente chiara.
La nostra attenzione deve essere focalizzata la ricerca di soluzioni collettive, rapide e reali.
Questa crisi è troppo seria per essere gestito da un piccolo gruppo di paesi. Loro governi e banche centrali continuano a sopportare una maggiore responsabilità nel prendere le processo. Eppure, come tutti i paesi subiscono le conseguenze, tutti hanno il diritto di partecipare a delle soluzioni. Non è per mancanza di risorse che i leader dei paesi sviluppati non hanno ancora trovato una soluzione alla crisi.
Se mi permette di dirlo, è la mancanza di risorse politiche e di chiarezza di idee che sono da biasimare.
Parte del mondo non ha ancora trovato l’equilibrio tra appropriati aggiustamenti fiscali e stimoli fiscali corretto e preciso alla domanda e la crescita.
Sono cadute nella trappola che non distingue tra interessi di parte e i legittimi interessi della società.
La sfida posta dalla crisi è quella di sostituire le teorie superate, originari di un vecchio mondo, con nuove formulazioni per un mondo nuovo.
Anche se molti governi restringono, la disoccupazione – la più amara di fronte alla crisi – cresce.
Ci sono già 205 milioni di disoccupati nel mondo: 44 milioni in Europa e 14 milioni negli Stati Uniti. E ‘fondamentale per noi combattere questa piaga ed estenderla ad altre regioni del pianeta.
Noi donne sappiamo meglio di chiunque altro che la disoccupazione non è solo una statistica. Colpisce le famiglie, e ai nostri figli e ai nostri mariti, si ruba la speranza e lascia dietro violenza e dolore”.
Anche su questa parte del discorso sono d’accordo con lei Presidente Rousseff,bisogna superare gli interessi di parte e pensare ai legittimi interessi della società,e pensare di sostituire le teorie superate, come le chiama lei,con nuove formulazioni per un mondo nuovo. E come giustamente dice lei: “Noi donne sappiamo meglio di chiunque altro che la disoccupazione non è solo una statistica. Colpisce le famiglie, e ai nostri figli e ai nostri mariti, si ruba la speranza e lascia dietro violenza e dolore”.
Ma veniamo alle altre parole importanti che lei ha detto Cara Presidente Dilma…”Signor Presidente, è interessante notare che è il presidente di un paese emergente, un paese che sta vivendo praticamente la piena occupazione, che parla oggi in termini così forte di questa tragedia che investe i paesi sviluppati, in particolare.Come altri paesi emergenti, il Brasile è stata finora meno colpiti dalla crisi globale.Ma sappiamo che la nostra capacità di resistere, non è illimitata.
Siamo disposti e in grado di aiutare, mentre c’è ancora tempo, i paesi dove la crisi è già acuta.Un nuovo tipo di cooperazione, tra i paesi emergenti e sviluppati, è una storica opportunità di ridefinire, con solidarietà e responsabilità, gli impegni che governano relazioni internazionali. Il mondo affronta una crisi che è al tempo stesso una delle economia, la governance, e coordinamento politico.
Non ci sarà un ritorno alla fiducia e la crescita fino a intensificare gli sforzi di coordinamento tra i membri delle Nazioni Unite e di altre istituzioni multilaterali, come il il G-20, il Fondo monetario internazionale e altri.
Le Nazioni Unite e le organizzazioni devono urgentemente inviare chiari segnali di coesione politica e di coordinamento macroeconomico.
Per esempio, le politiche fiscali e monetarie devono essere presentati al controllo reciproco, al fine di evitare effetti indesiderati su altri paesi, evitando reazioni difensive che,a loro volta, portano a un circolo vizioso.
La soluzione della crisi del debito deve essere combinato con la crescita economica. Ci sono segni evidenti che molte economie avanzate sono sulla soglia della recessione, che ostacolare in modo significativo alla soluzione dei loro problemi fiscali.

E ‘chiaro che in questo momento, la priorità dell’economia mondiale deve essere per risolvere il problema di quei paesi stanno affrontando crisi del debito sovrano e tornare indietro il recessiva attuale marea. I paesi sviluppati devono mettere in atto politiche coordinate per stimolare le economie che sono estremamente indeboliti dalla crisi.
Paesi con un elevato avanzo dovrebbero rafforzare i loro mercati nazionali e, come del caso, adottare politiche più flessibile tasso di cambio, in modo da contribuire al riequilibrio della domanda globale.
E ‘necessario rafforzare la regolamentazione del sistema finanziario e per controllare questo inesauribile fonte di instabilità.
I controlli devono essere imposti alle guerre valutarie attraverso l’adozione di galleggianti regimi di cambio. Ciò significa porre fine alla manipolazione dei tassi di cambio sia da politiche monetarie troppo espansive e lo stratagemma di tariffe a cambio fisso.
La riforma delle istituzioni finanziarie multilaterali deve procedere, con un aumento della partecipazione dei paesi emergenti, che sono i principali responsabili per la crescita dell’ economia globale. Dovremmo combattere il protezionismo e tutte le forme di manipolazione del commercio, perché aumentano competitività in un modo spurio e fraudolenti”.
Anche su questo lei ha perfettamente ragione il suo discorso è ricco di buon senso egregio Presidente …
E fa bene a richiamare quei paesi e quelle economie che invece di fare bene hanno creato la crisi e che vogliono continuare a decidere da soli pur non avendo più questa capacità…
“Signor Presidente,Il Brasile sta facendo la sua parte.
Con sacrifici, ma in modo coscienzioso, stiamo mantenendo la spesa pubblica sotto stretto controllo. Questo ha generato un surplus consistente fiscale senza compromettere il successo delle nostre politiche sociali o il ritmo del nostro investimento e crescita economica.
Stiamo prendendo le precauzioni aggiuntive per rafforzare la nostra capacità di resistere alla crisi, da rafforzare il nostro mercato domestico attraverso le politiche di distribuzione del reddito e l’innovazione tecnologica. Per almeno tre anni, signor Presidente, il Brasile è stato ribadito, da questo stesso podio, che dobbiamo combattere le cause e non solo le conseguenze della globale instabilità.
Abbiamo insistito sul fatto che lo sviluppo, la pace e la sicurezza sono correlate e che il Consiglio di Sicurezza delle strategie per raggiungere una pace sostenibile deve essere una partnership con sviluppo Politico”.
Questo è il suo intervento e a questo punto pur condividendo quello che lei ha detto ,le ripeto lo condivido pienamente ,mi aspettavo un suo intervento,una sua parola,un segnale…sull’Amazzonia.
Nel suo silenzio ho visto un abbandono della foresta ai predatori,a quelli che la vogliono distruggere,a quelli che della vita e della dignità umana non se ne importano niente,a quelli che in nome di un fantomatico progresso inesistente hanno come unico obbiettivo la distruzione,per uno sporco business che non riguarda gli interessi di tutti ,un business vecchia maniera .fallito dappertutto che ha portato solo morte e distruzione …tempo fa il Wall street journal ha dato la notizie che alcune compagnie petrolifere americane verranno a trivellare al largo dell’Amazzonia,ora si cercano luoghi tranquilli ,dove non ci sono pescatori e una popolazione civile da risarcire,non è e non sarà mai questo il nuovo cara Presidente Rousseff.
E a questo punto parole come :Vita ,anima,speranza,coraggio e sincerità ,diventano parole prive di senso.
Cara Presidente io spero che lei torni a essere la Paladina dei deboli e degli oppressi e si ricordi che oggi non c’è nessuno che sia debole e oppresso più degli indios,e lei queste storie le conosce meglio di me…almeno credo…
Blocchi tutti questi progetti scellerati privi di qualsiasi senso,e si ricordi che L’Amazzonia è un bene dell’intera Umanità è un avamposto della vita che va tutelato, salvaguardato e protetto.
E come dice una grande poetessa brasiliana,che ha dedicato tutta la sua vita all’Amazzonia, difendendo tutte le creature della foresta” Nel mondo esistono foreste diversissime: Sono un’eredità millenaria che ci assicura la vita.Sono l’aria, l’acqua, la terra, il clima.Senza le foreste non muoiono solo i popoli indigeni e le specie animali. Senza le foreste nessuno di noi ha futuro”.
Spero che le mie parole vengano ascoltate cara Presidente, per il bene dell’Amazzonia, del pianeta e della vita.
La ringrazio Presidente Rousseff. 
di Alfredo d’Ecclesia
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