lunedì 26 settembre 2011

Caro Umberto, sciogli il partito e manda a lavorare tuo figlio Renzino

Sto diventando vecchio.
Mi faccio prendere sempre più spesso
da una specie di sentimentalismo,
diciamo così, perché non saprei come
definire quel senso patetico che mi suscitano
certi personaggi fino a ieri fortemente antipatici.

A parte il Porco d’Arcore
che non rientrerà mai nella mia fragilità emotiva
- il Coso Maledetto non potrà trovare

un angolino nella mia pietas! –,
ci sono altri, vedi Bossi e company,
che, ormai al tramonto della loro demenza politica,
quasi mi fanno quasi pena. Il che è tutto dire!
Poveretti!
Sì, fanno quasi pena!
Non posso togliere il “quasi”:
sarei proprio del tutto incretinito.
Immaginate Bossi quando era nella fase ascendente,
e tutto funzionava per il meglio, anche il pene,
quando le sue sparate incutevano quasi paura,
quando prendeva per il culo la bandiera italiana,
quando sapeva risvegliare tutta l’ignoranza dei padani,
quando gli bastava un dito per suscitare scandalo…
Ed ora, poveretto, le tenta tutte:
le parole gli escono a fatica

dalla bocca mezzo fulminata,
i suoi comizi sono al limite della ilarità:
anche i suoi amici fingono e applaudono,
tanto sanno che presto la commedia finirà.

Ma finirà la fase storica di un partito
che ha fatto di tutto per pescare consensi
là dove nessun altro avrebbe potuto:
in questo la Lega può vantare un grande merito:
non è di tutti coinvolgere gli ignoranti,
renderli partecipi di una politica senza storia,
sì perché la Storia richiede Intelligenza politica,
e tutti sanno che la Lega è Idiozia,

visione cieca della Realtà.
Se qualcuno della Lega
stesse leggendo queste mie riflessioni
so benissimo che non mi capirebbe,
ma non sto parlando a loro ma di loro.
Anche i leghisti sono patetici, soprattutto ora
che si sentono disorientati, traditi,
almeno quei pochi a cui è rimasto
un granello d’intelligenza.
Ma basterà per risvegliare il popolo padano
dallo stato comatoso?
Patetico Bossi, patetici i leghisti,
patetico anche Maroni che non sai mai
come interpretarne il volto:
tra l’ebete e il serioso, comunque apatico.
Che futuro sarà se la Lega,
dopo questo momento patetico,
non si estinguerà?
Se ciò succederà, sopporteremo anche
i panegirici di un passato glorioso!

Secessione! Secessione! Secessione!
Ad ogni grido un sussulto di tomba
che però rimane ermeticamente chiusa.
Non ne esce un ragno,
forse il raglio di una coglioneria, pur patetica,
di un partito ammosciato.
Umberto, potresti ancora riscattarti,
e riscattare il popolo padano:
sciogli il partito, e riconosci
che la Lega ha fatto il suo corso.
Manda il tuo Renzino a fare l’operaio,
- qualche raccomandazione te la concediamo -:
imparerà ciò che significa sudare
per guadagnarsi un pezzetto di pane.
Renzino non mi è affatto patetico,
e neppure mi fa pena:
è un’offesa al genio italico.
(da: DonGiorgio.it)
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